Onorevoli Colleghi! - In questi anni si è venuta a creare man mano una nuova sensibilità verso le tematiche ambientali, sia nell'ottica di preservare l'ambiente in cui viviamo, sia nella considerazione che l'impatto di qualsiasi azione nei confronti della natura produce una reazione uguale e contraria verso l'essere umano. L'agricoltura, dopo anni in cui l'unico sforzo era improntato verso l'aumento di produttività delle coltivazioni, si unisce oggi in un nuovo connubio con il rispetto della natura e la tutela della salute per puntare all'eccellenza delle coltivazioni.
      L'agricoltura biologica è, così, assurta a nuova protagonista nella scena italiana ed europea, garantendo al consumatore la genuinità delle materie prime, il rispetto della biodiversità naturale e agricola, il benessere animale, la salvaguardia del paesaggio e del suolo, ma anche delle risorse naturali non rinnovabili, attribuendo all'agricoltura un ruolo di equilibrio per l'ecosistema ed annullando qualsiasi impatto negativo che possa nuocere alla sinergia che si crea tra uomo e natura.
      Questo tipo di atteggiamento, come accennato, già in larga parte è patrimonio comune dei consumatori che uniscono al desiderio di preservare il territorio e gli esseri viventi che in esso vivono il desiderio di nutrirsi di alimenti genuini che non

 

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possano in nessun modo compromettere la loro salute. Emergenze di recente emerse quali la diffusione del morbo di Creutzfeldt Jacob, più noto come «morbo della mucca pazza», e del virus H5N1, meglio conosciuto come «influenza aviaria», hanno ancor più rafforzato negli individui la sensibilità verso il tema nutrizionale e verso la tutela della salute tramite sicurezza alimentare.
      In un momento storico in cui un Paese come l'Italia, sia per la configurazione del tessuto produttivo del suo settore primario, sia per l'aumento dei costi di produzione, non è più in grado di gareggiare con le economie emergenti per ciò che concerne la quantità e il costo delle produzioni agricole, esso deve saper improntare la propria competitività sull'eccellenza delle proprie derrate, sulla tecnologia, sulla tipicità dei suoi prodotti, sul radicamento nella cultura, nella storia e nella tradizione dei suoi alimenti, sullo stile che essa riesce a trasmettere e ad esportare con essi. L'agricoltura biologica si configura, pertanto, come un possibile trampolino di lancio per una agricoltura moderna di un Paese industrializzato come l'Italia. Un processo come quello descritto già da tempo è iniziato, ma va rafforzato e sostenuto con i mezzi più adatti. La presente normativa non s'inserisce, pertanto, come un unicum, ma va a costituire le autorità statali quali cinghie di trasmissione e coordinamento tra il regolamento (CEE) n. 2092/91 del Consiglio, del 24 giugno 1991, e le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
      Più specificamente le presenti disposizioni partono dal presupposto che occorra prevedere un sistema di concertazione permanente fra l'Autorità competente nazionale, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per i temi d'interesse dell'Unione europea, d'interesse concorrente fra Autorità competente nazionale e le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano o di competenza esclusiva di queste se rilevanti ai fini del corretto e uniforme funzionamento del sistema normativo e di controllo delle produzioni dell'agricoltura biologica, nonché della loro incentivazione a dimensione interregionale e nazionale. Nell'ottica, poi, di agevolare le suddette produzioni queste disposizioni vanno a semplificare gli adempimenti amministrativi per le imprese che producono, preparano, importano o commercializzano prodotti dell'agricoltura biologica.
      Le normative già presenti a riguardo vanno adeguate in modo da creare reti più solide, promuovendo organizzazioni e accordi fra produttori o di tipo interprofessionale, contratti di coltivazione e vendita per favorire il miglioramento dell'organizzazione economica del settore dell'agricoltura biologica, nonché definire strumenti finanziari, di garanzia del credito e assicurativi finalizzati anche alla riduzione dei rischi di mercato e a favorire il superamento da parte delle imprese del settore di situazioni di crisi determinate da eventi straordinari. Vanno altresì migliorate le disposizioni riguardo alla tracciabilità, all'etichettatura, alla promozione e alla repressione delle frodi relativamente alle produzioni alimentari e dei mangimi da agricoltura biologica, definendo apposite disposizioni applicative della normativa europea in particolare per i settori zootecnico, dei prodotti trasformati e vitivinicolo.
      Costituendo il presente testo un unicum organico, esso non può esimersi dal prevedere strumenti e interventi per l'indirizzo, il coordinamento e l'organizzazione delle attività di promozione dei prodotti dell'agricoltura biologica, in modo da assicurare, in raccordo con le regioni, la partecipazione degli operatori interessati, anche al fine di favorire la diffusione di tali prodotti sui mercati e, in definitiva, favorire la promozione, lo sviluppo, il sostegno e l'ammodernamento delle filiere agroalimentari e dei mangimi dell'agricoltura biologica.
      Si viene, pertanto, ad innovare la disciplina di cui al decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 220, e le disposizioni emanate in attuazione di tale decreto, oltre a dare nel migliore dei modi attuazione all'articolo 59 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e successive modificazioni.
 

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      Una politica favorevole all'agricoltura biologica deve essere, di fatto, un obbiettivo comune per tutte le forze politiche dato che si ritiene inverosimile che possano sussistere interessi a porre ostacoli ad un settore che si è dimostrato tanto vitale nel corso di questi anni e riguardo cui non esiste e non può esistere una reale opposizione, costituendo esso risorsa economica, opportunità di crescita, sbocco occupazionale, promozione della preservazione ambientale, mezzo per garantire la salute pubblica. Un intervento della politica, in questo quadro, risulta pertanto obbligato nei confronti di tanti agricoltori che hanno posto in essere una scommessa imprenditoriale che fa il bene della società e per dare nuova linfa al settore primario del nostro Paese.
 

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